Un italiano su due si è sintonizzato sulla prima serata di Sanremo 2015. Oltre 11 milioni di spettatori con uno share del 49,34%. “Boom di ascolti” titolano i giornali, anche per il confronto con l’edizione precedente, che ha visto Fabio Fazio crollare al di sotto del 46%, oltre tre punti in percentuale in meno dall’audience da lui stesso ottenuta nel 2011. Eppure a Fazio resta ancora il record dei migliori ascolti mai raggiunti dal Festival negli ultimi 15 anni,superando nel 2000 i 15 milioni di spettatori con uno share superiore ai 57 punti. L’edizione peggiore, per contro, si conferma quella del 2008 condotta da Pippo Baudo, che raccoglie un audience di appena 7 milioni pari al 36%.
Seppur rilevanti, i risultati complessivi poco dicono sui pubblici effettivi del Festival e, dunque, sulla “cifra comunicativa” di ogni edizione. E’ ovvio che il successo di Carlo Conti comprende alte quote di tutti i target che, se correlati a quelli dell’anno precedente, evidenziano andamenti per nulla scontati per Rai Uno. E’ proprio Conti a portare alla rete il maggior numero di giovani tra i 15 e i 24 anni, che svettano al di sopra del 51%, contro il 43% registrato l’anno precedente. Ragguardevole anche il bacino tra i 25 e i 34 anni, che si assesta al di sopra del 45% con un guadagno di circa 8 punti sull’edizione di Fazio. Unico segno negativo riguarda i bambini, che scendono al 30% con una flessione di circa 4 punti. Una tendenza che potrebbe trovare una spiegazione nel dilagante gusto a partecipare ad un evento, soprattutto se di interesse generale, per massacrarlo sui vari social. #Sanremo2015 è stato ancor prima dell’inizio del Festival trend topic, mentre su Facebook impazzavano “gruppi di ascolto virtuali” con commenti sulfurei su quanto accadeva all’Ariston (su questo particolare effetto del Festival torneremo presto con un’analisi dettagliata).
Altro elemento degno di nota riguarda la contrazione dei telespettatori laureati dei, che flette rispetto all’edizione di Fazio di oltre il 2%, fermandosi sulla soglia, ugualmente considerevole del 46%.
Differenze che sembrano derivare dallo stile del conduttore/direttore artistico e, ancor più specificatamente, dal pubblico che si tira dietro.
Di certo,per questa prima serata, la Rai in termini di ascolto ha portato a casa molto più del risultato sperato, per di più avendo ridimensionato i costi e raddoppiato la raccolta pubblicitaria. A questo, in fondo, serve Sanremo e nulla più.